IL PARCO DEL VALENTINO

Il Parco del Valentino, situato lungo le rive del fiume Po, è un celebre parco pubblico di Torino il cui nome sembra derivare da un’antica cappella risalente ai primi insediamenti romani, che custodiva le reliquie del santo patrono degli innamorati.

Oggi il parco del Valentino copre una superficie di 550.000 mq e, oltre ad essere un importante polmone verde per la città e per i suoi abitanti, si distingue per il ricco patrimonio naturalistico. Dapprima abitata dai nobili Birago, l’intera area venne acquistata verso la metà del VXI secolo da Emanuele Filiberto di Savoia e da quel momento l’intera area subì una grande trasformazione che lo portò da parco fluviale a struttura organizzata con raffinati giardini.

Fu solo nel XIX secolo però che i lavori di modifica, ad opera del celebre paesaggista francese Barrillet-Dechamps, gli attribuirono l’attuale impronta romantica impreziosita da viali, giardini, boschetti e piccole vallette artificiali. Venne ufficialmente inaugurato nel 1858 in occasione dell’Esposizione Nazionale di Prodotti per l’Industria e nel tempo mantenne la vocazione ad ospitare diversi eventi internazionali.

Al suo interno è possibile ammirare molte opere tre la quali l’imponente fontana dei dodici mesi di Carlo Ceppi, le statue di Massimo d’Azeglio e Ascanio Sobrero, il primo a sintetizzare la nitroglicerina, ma anche l’arco dell’artigliere su progetto di Canonica, oggi definito anche Arco di Trionfo per la sua somiglianza con quello francese.

Sicuramente molto interessante è il Borgo Medievale situato all’interno del parco e a cui si accede attraversando un ponte levatoio. Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto e nasce nel 1884 come sezione di Arte Antica dell’Esposizione Generale Italiana riproducendo un borgo feudale del XV secolo sulle rive del Po.

Lo scopo di tale realizzazione non fu solo didattico ma anche di tutela del patrimonio storico-artistico piemontese e valdostano; le ambientazioni e le decorazioni sono riprodotte molto fedelmente grazie alle maestranze di molteplici artisti, tecnici e storici tra i quali anche l’architetto portoghese Alfredo d’Andrade.

All’interno del borgo è possibile ammirare anche molte botteghe artigiane volte a testimoniare la tradizione della lavorazione di materiali in contrapposizione alla crescente produzione seriale; ed ecco quindi la bottega del vasaio, dello speziale, della tessitrice, del fabbro, del ramaio o del falegname.

Di grande pregio è la Rocca, punto focale del borgo e rappresentativa di una dimora signorile fortificata con stanze perfettamente ammobiliate e ricca di suppellettili. Visto l’enorme successo di pubblico, il borgo non venne distrutto al termine dell’Esposizione come inizialmente previsto e oggi fa parte dei Musei Civici di Torino.

Il Castello del Valentino, sito nell’omonimo parco, venne acquistato da Emanuele Filiberto di Savoia nel 1564 ed ebbe diverse destinazioni d’uso prima di diventare sede della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino.

Due anni dopo un primo ampliamento del 1578, il castello venne ereditato da Carlo Emanuele I e successivamente passò nelle mani di Filippo I d’Este ma fu grazie a Maria Cristina di Borbone, moglie di Vittorio Amedeo I di Savoia, che il castello conobbe il suo massimo splendore. La Madama Reale lo ricevette come dono di nozze dal marito e diede avvio ad una serie di lunghi lavori di ristrutturazione e rimaneggiamento che avevano l’intento di trasformare la residenza in una Maison de pleasance secondo il gusto francese del tempo. Tra il 1620 e il 1621 l’ingegnere Carlo di Castellamonte seguì la trasformazione di molti ambienti del primo piano tra cui la stanza Verde, quella delle Rose, dello Zodiaco e altre.

Nel secondo periodo di ristrutturazione del 1645, dopo la morte del marito, il castello venne arricchito di tre padiglioni frontali collegati tra loro, di un meraviglioso cortile d’onore e del completamento di diverse stanze, tra le tante ricordiamo quella della Guerra, della Caccia e la sala della Magnificenza.

Ma l’attuale forma la si deve all’ultimo intervento completato nel 1660 a cui si devono i tipici tetti spioventi alla francese e il nuovo frontone esterno. Molti furono gli artisti che si dedicarono alle decorazioni nel corso di questi rimaneggiamenti, ricordiamo i Bianchi, i Casella, Bernardino Quadri e i Recchi.

Purtroppo, come avvenne per altre Residenze, anche il castello assunse una funzione militare durante l’occupazione francese dell’Ottocento e mantenne tale uso fino al 1857, quando il Conte Cavour incaricò gli architetti Ferri e Tonta di preparare il castello per l’Esposizione Nazionale dei prodotti per l’industria dell’anno successivo.

Nella seconda metà dell’Ottocento il Castello divenne sede del Regio museo Industriale e della Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri, ma solo nel 1906 queste si unirono dando vita al Regio Politecnico di Torino.

Oggi il castello, dopo ulteriori ristrutturazioni per i danni causati dalle guerre mondiali, fortunatamente conserva ancora molti dipinti e decorazioni del 1600 ed è parte del patrimonio dell’UNESCO.

 

Credit Immagine: BorgoMedievaleTorino.it