CHIESA DELLA GRAN MADRE DI DIO

Con la sua caratteristica forma che riprende quella del Pantheon di Roma, la Chiesa della Gran Madre potrebbe sembrare di antiche origini ma venne fatta edificare tra il 1827 e il 1831 dai Decurioni per celebrare il ritorno di re Vittorio Emanuele I di Savoia dopo la ritirata dell’esercito Napoleonico del Maggio 1814. I lavori per la costruzione iniziarono nel 1818 su progetto dell’architetto torinese Ferdinando Bonsignore, di chiaro indirizzo neoclassico, e terminarono solo nel 1831, anno in cui venne inaugurata alla presenza di Carlo Felice.

Gode di una posizione assolutamente privilegiata e suggestiva essendo ai piedi della collina torinese ma vicino alla Piazza Vittorio Veneto, alla quale è collegata dal Ponte Vittorio Emanuele.

A primo impatto sembra un’opera imponente ma la sua storia e architettura sembrano celare alcuni segreti che l’avvolgono in un aureo mistero. In primis le due statue che si incontrano al suo ingresso ai lati di una grande scalinata, opere di Carlo Chelli, che ufficialmente simboleggiano la fede e la religione.

La statua che simboleggia la Religione è rappresentata da una donna in abito lungo affiancata da un giovane che le porge delle Tavole di pietra. La mano destra regge una grande croce latina, l’unica in tutta la chiesa, e proprio questo fa pensare alla natura più esoterica della chiesa dato che pur essendo luogo di culto non presenta croci al suo interno. Inoltre sulla fronte scoperta è scolpito un triangolo con un occhio al centro, simbolo anch‘esso ambiguo in quanto rappresenta allo stesso tempo lo sguardo onnisciente di Dio ma anche la tradizione massonica.

La statua che rappresenta la Fede, anch’essa con le fattezze di donna, impugna un calice con la mano sinistra che secondo alcuni potrebbe simboleggiare il Santo Graal. Il dito puntato o lo sguardo della donna potrebbero indicare il luogo in cui esso è celato.

In secondo luogo, ad alimentare la natura più esoterica dell’edificio sarebbe la sua posizione, probabilmente collocato sui resti di un antico tempio dedicato alla Dea Iside, conosciuta anche come “Gran Madre”.

Gli interni della chiesa offrono dei veri e propri tesori, tra i tanti ricordiamo l’intero apparato scultoreo a cui contribuirono artisti come Angelo Bruneri che scolpì la statua di San Maurizio o Andrea Galassi a cui si deve la statua della Gran Madre di Dio con il bambino.

Inoltre la grande cupola decorata in stucco è considerata un capolavoro del Neoclassico piemontese.

 

Per maggiori informazioni, clicca qui.

 

Credit Immagine: Wikipedia