CASTELLO DEGLI ACAJA

La decisione di costruire una struttura difensiva per la città di Fossano fu presa da Filippo I d’Acaja quando nel 1314 i fossanesi gli giurarono fedeltà sottomettendosi al suo dominio così da essere difesi in caso di attacchi dei comuni confinanti.

Il Castello ha un impianto regolare con pianta perfettamente quadrata; le quattro torri agli angoli cingono la struttura massiccia con paramento in mattoni circondata su tre lati da un fossato superabile attraverso il ponte levatoio.

L’edificio superò varie fasi caratterizzate dalle diverse funzioni che gli vennero attribuite: intorno al 1485, quando il ramo degli Acaja si estinse, il Castello passò ai Savoia che lo trasformarono in una residenza signorile ospitando vari personaggi illustri del tempo, da Bona di Savoia, vedova di Gian Galeazzo Maria Sforza e duchessa di Milano, alla Madama Cristina di Francia che vi trovò rifugio durante il 1600.

Durante questi anni, Casa Savoia apportò numerose modifiche e ampliamenti al fine di rendere il palazzo sempre più elegante e confortevole. In particolare, tra ‘400 e ‘500, furono realizzati la sala del trono, l’alloggio del principe, la cappella e le cantine, e il cortile venne arricchito da un porticato con colonne in marmo bianco i cui capitelli riportano lo stemma del casato.

La fine del XVI secolo vede invece la realizzazione della sala delle grottesche, unico ambiente decorato giunto fino a noi, adibita all’uso personale dei duchi. Le grottesche dedicate agli dei del mondo antico, opera del fiammingo Giovanni Caracca, sono una tipologia di decorazione che prende spunto dalla tecnica pittorica romana di epoca augustea e che divennero di gran moda a seguito del ritrovamento della Domus Aurea di Nerone.

Ulteriori ampliamenti si ebbero durante il Seicento, quando l’edificio mutò nuovamente la sua funzione e venne utilizzato prima come prigione, dove furono incarcerati soprattutto esponenti della popolazione Valdese a seguito delle persecuzioni che divampavano nella zona, poi come caserma e quartiere militare con l’aggiunta di stalle, magazzini, nuovi corpi per lo stazionamento delle truppe e una piazza d’armi ricavata dalla copertura del fossato.

Questa funzione venne mantenuta fino al 1943 circa, quando nel dopoguerra il Castello divenne rifugio per gli sfollati e i senzatetto. Solo nel 1960 la Soprintendenza ai Monumenti inizia i lavori di restauro che riportarono l’edificio al suo aspetto cinquecentesco con l’eliminazione degli edifici adiacenti e il recupero di parte del fossato.

A partire dagli anni ’80 il Castello diventa simbolo della città e custode della storia del luogo: dal 1985 ospita infatti, nei loggiati cinquecenteschi, la biblioteca civica, con oltre 150.000 volumi di rilevante importanza storica, e l’archivio storico cittadino che conserva la storia del luogo con documenti che risalgono anche al XIII secolo, come l’atto di sottomissione ai principi d’Acaja datato 1314 e le lettere patenti con cui Emanuele Filiberto concesse a Fossano il titolo di Città.

Il cortile interno e il salone al pianterreno ospitano invece numerose attività culturali quali mostre, convegni e concerti. Il Castello oggi è diventato anche polo di forte attrazione turistica facendo da scenario alle maggiori manifestazioni che si svolgono nella grande piazza circostante, in particolare la Giostra dell’Oca.

Il Castello è visitabile internamente ma presenta anche due percorsi esterni: il primo inizia dalla Porta di San Martino (ricostruzione dell’antica porta di ingresso alla città realizzata nel 1788) e accompagna il visitatore lungo il fossato e la cinta muraria alla scoperta dell’originaria architettura difensiva recuperata dal recente restauro, mentre il secondo percorre i camminamenti di ronda che collegavano le torri angolari. Dalla torre panoramica è possibile inoltre ammirare un fantastico panorama a 360° sulla città che si allunga fino all’arco alpino del Piemonte meridionale.

 

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