LA SANTISSIMA TRINITA'

Considerata uno dei massimi esempi di barocco piemontese presenti sul territorio, la Chiesa della Santissima Trinità fu commissionata dalla Confraternita dei Battuti Rossi, laici dediti all’assistenza e alla beneficienza.

I lavori di realizzazione iniziarono nel 1730 su progetto di Francesco Gallo, lo stesso architetto che si occupò precedentemente anche del vicino e nuovo ospedale, e comportarono anche alcune modifiche alla cinta muraria della città condizionando l’assetto della sua parte meridionale. Il grande cantiere richiedeva ingenti spese, tanto che nel 1732 la Confraternita aveva terminato i fondi di cui disponeva e i lavori vennero portati avanti grazie alle donazioni dei devoti.

Una svolta si ebbe quando l’Ospedale si offrì di supportare le spese necessarie, a patto che la Confraternita rimborsasse successivamente la metà di quanto speso.

La facciata concava appare costituita da due ordini sovrapposti di lesene laterali e colonne centrali, mentre l’unico portale è sovrastato da una finestra a forma di conchiglia. Sempre al centro, appena sotto il fastigio, troviamo ancora un affresco di Luigi Gambera raffigurante la Santissima trinità.

L’interno della chiesa, a croce greca con una sola navata centrale, due cappelle laterali e un presbiterio semicircolare, accoglie il visitatore con tonalità pastello moto chiare che lo fanno apparire particolarmente luminoso. Lungo la navata si aprono ancora dodici coretti dai quali i degenti dell’ospedale potevano assistere alle funzioni.

Le decorazioni parietali, particolarmente vivide nei colori, sono opera della stessa squadra di lavoro che realizzò gli affreschi della Chiesa di San Filippo, composta dai fratelli Giovanni Pietro e Pietro Antonio Pozzo e Antonio Michele Milocco. A Milocco si attribuisce anche la pala ovale che sormonta l’altare centrale, datata 1738, in cui viene raffigurata con grande enfasi la Santissima Trinità a cui è intitolata la chiesa.

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