GIORNO 2 – MONFERRATO E ACQUI
Si parte alla volta di Asti, antica e poderosa città medievale, oggi meno conosciuta di quel che si meriterebbe. Ricca di torri, testimonianza dei fasti delle antiche famiglie di mercanti astigiani, attivi nel XIII e XIV secolo presso le più importanti città e fiere d’Europa, Asti è oggi famosa per il Palio e per il Festival delle Sagre, ma anche per lo spumante aromatico Asti DOCG, una produzione che insiste su diecimila ettari di territorio circostante, coltivato a uve moscato bianco. Una degustazione astigiana è d’obbligo, abbinando all’Asti i nostri amaretti e, anche, la torta di nocciole. Suggeriamo la visita guidata di 2 ore nella città di Asti per poterne apprezzare i gli angoli preziosi più nascosti.
Dopo un pranzo veloce, si passa a Mombaruzzo, sempre in provincia di Asti, ripercorrendo le tracce della coppia Moriondo, dove ancora oggi l’azienda è attiva e custodisce la segreta ricetta antica di Francesco, per preparare ancora oggi i migliori amaretti morbidi della zona.
L’itinerario si conclude ad Acqui Terme, già famosa nel III sec a.C. per le sue calde acque ricche di minerali. Quando nel 109 a.C. la colonia romana di Acquae Statiellae venne collegata con le altre province dalla via Aemilia Scauri, la città visse uno sviluppo che continueranno per tutto il periodo Romano.
Le ricerche archeologiche ci restituiscono l’immagine di una città monumentale, con enormi impianti termali (le cui piscine sono ancora visibili e visitabili) un teatro, un anfiteatro, empori commerciali e uno spettacolare acquedotto in parte sopraelevato, in parte interrato, lungo quasi tredici chilometri. Lo scrittore latino Gaio Plinio Secondo nomina le sorgenti termali di Acqui fra le più importanti del mondo romano, insieme a Pozzuoli e Aix-en-Provence.
Ad Acqui, dopo una doverosa passeggiata culturale, è possibile immergersi nuovamente in tappe gastronomiche elevate, partendo dalla pasticceria Guazzo, per assaggiare la loro versione di amaretti, specialmente se abbinati ad un calice del celebre Brachetto D’Acqui DOCG, autentica perla di aromi, fermandosi per l’aperitivo in uno dei bar eleganti in prossimità della fontana detta “La Bollente”, e concludendo poi, magari dopo un ulteriore giro a piedi (almeno andata e ritorno dall’acquedotto romano, per compensare le calorie), in uno degli strepitosi ristoranti storici della città.
Se si volesse sostare un altro giorno, ad Acqui è possibile, ancora oggi come ai tempi dei romani, immergersi nelle acque terapeutiche degli stabilimenti termali, oggi prestigiose SPA e nuovi luoghi di cura e di loisir.