PARCO E CASTELLO DELLA MANDRIA

Tra le costruzioni più recenti del dominio sabaudo, emergono il Parco ed il Castello della Mandria.
Come suggerisce il nome stesso, le origini del parco risalgono ad un passato zootecnico, tant’è vero che nei primi anni del XVIII secolo, quest’area era adibita alla’allevamento di cavalli, conosciuto come “Mandria”, di cui conserva tutt’ora il nome.
Con l’ascesa del Re Vittorio Emanuele II, nella seconda metà dell’800, la Mandria divenne riserva di caccia in cui il sovrano avrebbe praticato la sua amata attività venatoria.
Quest’ultimo, deciso ad espandere la proprietà, acquistò i terreni circostanti sino a raggiungere una tenuta che contava circa 3000 ettari murati da alte cinta, il cui scopo era la difesa della selvaggina del parco.
Parte di questa costruzione fu affidata agli architetti Barnaba Panizza e Domenico Ferri, i quali realizzarono i progetti della “Mandria” per consentire al sovrano la sua attività.
Contemporaneamente, la configurazione del parco assunse una nuova forma con l’integrazione di laghi artificiali e nuove reti di strade interne. La residenza reale venne costruita tra gli anni 1860 e 1870, al fianco di altri edifici come il Castello dei Laghi e il padiglione di caccia “La Bizzarria”.
Ciò nonostante, poco più tardi, intorno al 1880

In facciata al Castello, che si impose come il più importante tra i fabbricati presenti sul territorio del Parco, vennero realizzati gli ambienti che tutt'oggi costituiscono i maestosi Appartamenti Reali. Oltre 20 sale dal gusto risorgimentale italiano che esaltano la figura di uno dei grandi protagonisti dell’epoca e della sua consorte, Rosa Vercellana, conosciuta altresì con il nome si Bela Rosin, contessa di Mirafiori e Fontanafredda.
Tuttavia, con la morte del sovrano, l’intera tenuta passò alla famiglia Medici del Vascello.
Questi ultimi incentrarono la propria operatività sull’attività commerciale della residenza; dalle colture foraggere alla produzione di latte che presero piede nella prima metà del secolo successivo.
Con il passare degli anni però, la struttura della “Mandria” ha subito numerose alterazioni; tra le più recenti citiamo le cessioni di diverse aree ad enti pubblici o privati; tra queste, alcune frazioni della proprietà passarano a far parte del conglomerato istituito dalla Regione Piemonte noto come Parco Regionale La Mandria, al fine di salvaguardare e valorizzare le unità storiche ed ambientali.
Dal 1997 il Castello della Mandria, insieme a tutte le altre residenze sabaude piemontesi, è Patrimonio Mondiale dell'Umanità (Unesco).

GLI APPARTAMENTI
All’interno della residenza, di particolare evidenza sono gli appartamenti di Vittorio Emanuele II di Savoia e della consorte Rosa Vercellana (la Bela Rosin) che, immersi nella natura del Parco della Mandria, sono tuttora il riflesso del gusto del primo Re d’Italia. Tra le antiche collezioni sabaude è possibile apprezzare i preziosi manufatti dell’epoca, le opere d’arte, i tessuti e gli arredi che originariamente decoravano le stanze. Gran parte del merito dell’arredamento tuttora in essere di queste aree fu dell’architetto di corte Domenico Ferri, il cui senso figurativo è preservato nelle diverse sale.
Grazie ad un finanziamento straordinario più di 100 capolavori dell'arte, 1200 mq di superfici decorate, 60 arredi, 130 mq di tessuti preziosi e 80 mq di raffinatissime carte da parati, sono stati completamente restaurati e continuano ad arricchire la tenuta con maestosità.

 

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